Blocco collettore in sistemi di cromatografia per bioprocessi
Nelle apparecchiature per la gestione di fluidi chimici è spesso necessario realizzare delle giunzioni tra i componenti che movimentano i fluidi per regolarne il flusso. Queste "parti di giunzione” sono i cosiddetti blocchi collettori e sono spesso presenti nei sistemi di cromatografia per bioprocessi. Idealmente sono realizzati in materiale trasparente per permettere di verificare il passaggio dei fluidi. Devono inoltre possedere un'eccellente resistenza chimica, in modo da non modificare e non rilasciare alcun prodotto chimico nei fluidi che vengono movimentati. In alcuni casi, per l'industria medicale o biofarmaceutica, può essere necessario usare un materiale stabile ai raggi gamma per requisiti di sterilizzazione. I policarbonati e gli acrilici sono stati per molto tempo i materiali più utilizzati, nonostante la loro resistenza chimica sia spesso carente. I polieterimmidi (PEI), forniscono invece la resistenza chimica necessaria, a discapito della trasparenza a causa della colorazione ambrata scura del polimero.
elevata esposizione del materiale
In questa particolare applicazione per la biofarmaceutica c'era un ulteriore requisito per il blocco collettore: oltre alla trasparenza era necessaria la stabilità ai raggi gamma per un'esposizione a radiazioni di 45 kGy. Il costruttore aveva provato ad utilizzare i polimeri precedenti, con episodi negativi di cross-linking in presenza di alcune sostanze chimiche e modifiche a livello molecolare, che hanno causato cambiamenti nell'aspetto, nelle proprietà chimiche e meccaniche, riducendo la funzionalità e la vita del componente. C'era inoltre preoccupazione per alcune sostanze che i materiali avrebbero potuto rilasciare e trasferire alle soluzioni di processo, come ad esempio il bisfenolo A. Scegliere un materiale che fosse inerte a contatto con i fluidi di processo e che mantenesse stabilità chimica dopo l'esposizione ai raggi gamma era dunque di fondamentale importanza.
PCT-G per industria medicale
TECADUR MT TR natural è stato scelto come valido sostituto dei precedenti materiali utilizzati per i collettori, perchè è una plastica molto trasparente con elevata tenacità e resistenza chimica. Inoltre, è stabile ai raggi gamma e non cambia colore dopo l'esposizione chimica, come invece succede al policarbonato. Il materiale aveva un ulteriore vantaggio, essendo stato testato per la compatibilità con solventi specificati nello Standard Extractable Protocol del BioPhorum Operations Group (BPOG). I test specifici sui solventi presenti nei processi biofarmaceutici hanno dimostrato che non si sarebbe verificato nessun cambiamento nel materiale. Grazie alla combinazione unica tra trasparenza, elevata resistenza agli urti, basso rilascio di sostanze ed elevata resistenza chimica, TECADUR MT TR natural è stata la scelta migliore per assicurare la corretta funzionalità della macchina per tutta la sua durata.